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    Zootecnia

    Zootecnia e allevamento Attività economica che riguarda il mantenimento di animali in cattività per ricavare lavoro utile o prodotti destinati all’alimentazione umana, come carne, uova e latte, oppure rivolti ad alcuni settori dell’industria, come quello dell’industria tessile e della pelletteria. La zootecnia ha implicazioni con numerose discipline; in particolare, con la biologia, la fisiologia animale e la medicina veterinarie, con la genetica e con le scienze delle preparazioni alimentari. Richiede, infatti, la conoscenza delle esigenze alimentari delle specie allevate, delle modalità di crescita e delle caratteristiche comportamentali, delle patologie caratteristiche, delle tecniche di selezione artificiale e di miglioramento genetico, e della conservazione dei prodotti di origine animale da avviare a fasi di lavorazione successive. Le specie allevate appartengono in genere alle classi dei mammiferi, degli uccelli e dei pesci; diffusi sono gli allevamenti di bovini (bovinicoltura), suini (suinicoltura), ovini (ovinicoltura), volatili (avicoltura e pollicoltura) e pesci (piscicoltura); un caso particolare è costituito dall’allevamento di animali “da compagnia”, come cani, gatti, pesci da acquario e uccelli da voliera (ma anche rettili e anfibi), e dall’allevamento di animali destinati ad attività ricreative, come i cavalli da sella e gli animali allevati nei circhi. Mucche da latte La frisona, di cui sono qui fotografati alcuni esemplari, è la razza di mucca da latte più produttiva in assoluto. Nelle fattorie la mungitura avviene generalmente ogni dodici ore con mungitrici meccaniche: un tubo di vetro preleva il latte direttamente dalle mammelle dell'animale, evitando il contatto con l'aria. La produzione ideale per animale è stimata intorno ai 6100 litri all'anno, ma varia molto a seconda dei casi. Una stessa specie può essere destinata a più usi (ad esempio, molti animali da lavoro forniscono anche latte, carne e fibre tessili). Condizioni ambientali come il clima hanno un ruolo determinante nelle modalità di allevamento e nell’uso degli animali: i bufali indiani, ad esempio, sono utilizzati come animali da tiro nell'Asia meridionale, dove si sono adattati alle alte temperature e alla forte umidità, mentre nelle zone temperate del mondo, prima dell’adozione dei mezzi meccanici, sono stati a lungo utilizzati i cavalli. 2 ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI La pratica zootecnica prevede tipi di alimenti diversi. Agli animali possono essere somministrati foraggi freschi (in particolare, foraggi di leguminose che hanno un tenore elevato di proteine), fieno (previo essiccamento), insilati (ovvero foraggi conservati in silos e caratterizzati da un pH acido a causa di processi di fermentazione lattica). Si impiegano inoltre foraggi secondari, cioè sottoprodotti delle colture aziendali o residui di lavorazioni industriali di prodotti agrari; i cosiddetti alimenti concentrati, rappresentati dai semi di cereali o dai residui dei semi oleosi (panelli e farine). In molti allevamenti è praticata anche l’integrazione con integratori azotati, proteici e grassi (di origine animale e vegetale) e con sali minerali; tra i prodotti vitaminici si trovano i lieviti di fermentazione e i concentrati vitaminici. Un particolare tipo di integrazione alimentare è quella costituita da preparati ormonali, composti attualmente vietati in Europa ma utilizzati negli Stati Uniti; tali prodotti, che permangono nelle carni macellate, sono di origine naturale e sintetica (come il DES, o dietilstilbestrolo, un ormone steroideo sintetico) e hanno proprietà anabolizzanti, cioè aumentano la massa muscolare dell’animale; in particolare, l’impiego dell’ormone della crescita, o GH, non è esente da rischi. In Italia l’uso di composti a base di ormoni è stato vietato dalla legge n. 4 del 1961 e dai D.M. del 1969 e del 1981; dal 1988 anche altri paesi dell’Europa hanno optato per la stessa soluzione. La somministrazione degli alimenti può avvenire in modo manuale, nel caso dei foraggi, e da autoalimentatori, adottati per i mangimi. una tecnica molto diffusa negli allevamenti zootecnici, detta unifeed, prevede la somministrazione di razioni in cui gli alimenti sono mescolati, allo scopo di evitare che l’animale possa scegliere tra gli alimenti forniti. Oggi all'isola d'elba gli allevamenti rimasti si contano sul palmo di una mano e pensare che fino alla meta' del secolo precedente la pastorizia e l'allevamento, erano tra le attivita' lavorative piu' diffuse, assieme alla pesca e all'agricoltura di tutta l'isola. Oggi sono rimasti solo piccoli allevamenti, capace di soddisfare appena o poco piu' le esigenze del nucleo familiare, tuttavia sono presenti ancora attivita'di pastorizia nel settore di Marina di Campo, dove un pastore con il suo gregge produce ottimi latticini e ricotte. Entrando piu' verso l'interno delle campagne e' possibile scorgere anche alcuni allevamenti di suini, bovini ed appunto ovini. 3 ALLEVAMENTO INTENSIVO Allevamento avicolo in batteria L'allevamento delle ovaiole in batteria è da tempo motivo di polemiche tra allevatori e animalisti. Se da una parte, infatti, porta notevoli vantaggi economici, dall'altra costringe gli animali in uno spazio limitatissimo, imponendo loro un'esistenza innaturale e sacrificata. In alcuni paesi europei, primo fra tutti la Svizzera, le ragioni degli animalisti hanno prevalso su quelle del profitto, portando al bando di questo tipo di allevamento. Allevamento intensivo di maiali Per garantire un'alta produttività, negli allevamenti intensivi di maiali gli animali vengono confinati in spazi angusti: si va in genere da un minimo di 0,3 m2 per ciascun suino a un massimo di 1,4 m2 per le scrofe che allattano. L’allevamento intensivo comporta il mantenimento di un numero elevato di animali in uno spazio circoscritto, allo scopo di ottimizzare le operazioni di alimentazione degli animali, pulizia degli stessi e degli spazi ad essi adibiti, raccolta del prodotto (ad esempio, delle uova o del latte). Tutti gli allevamenti esistenti devono essere condotti nel rispetto delle norme igienico sanitarie vigenti; le moderne tecniche di allevamento intensivo, applicate soprattutto nei paesi industrializzati, prevedono l’utilizzazione di strutture che garantiscono un alto rendimento produttivo; gli animali vengono nutriti con foraggi, concentrati e mangimi, e vengono periodicamente controllati dal punto di vista sanitario. 4 ASPETTI ECONOMICI La zootecnia è soprattutto un’attività che trasforma l’energia e i principi nutritivi presenti nei cibi di origine vegetale (fieno, foraggio); tale trasformazione porta alla perdita di energia che l’uomo potrebbe utilizzare direttamente, evitando di impiantare colture destinate all’alimentazione degli animali. Ciò risulta evidente se si pensa che un ettaro di superficie coltivata può sfamare circa trenta persone, mentre se l’ettaro viene utilizzato per produrre erbe destinate a bovini da latte, le persone alimentate con il latte prodotto scendono a sei. D’altra parte, la pratica dell’allevamento permette di ottenere proteine di elevato valore biologico, e risulta in ascesa nei paesi in via di sviluppo e bene affermata nei paesi avanzati. Per i paesi europei si prevede un incremento dei consumi delle derrate animali, con una prevalenza delle carni suine, bovine ed avicole e con una richiesta crescente per le carni ovi-caprine, per le uova e il latte. Uno sfruttamento zootecnico delle aree marginali potrebbe configurarsi – soprattutto in Italia, dove il tasso di autoapprovvigionamento è pari al 60% circa – come soluzione positiva per le aumentate disponibilità di alimento e per il razionale utilizzo di aree altrimenti abbandonate. Il rendimento globale del sistema zootecnico è di circa il 9%; ciò significa che, dei circa 800 miliardi di MJ di energia contenuta negli alimenti vegetali, solo circa 70 MJ vengono trasformati in energia presente nei prodotti originati dagli animali nutriti con tali alimenti vegetali. Questa perdita di energia è dovuta soprattutto alla scarsa efficienza di trasformazione dell’energia da parte dei ruminanti; piccoli incrementi di questa capacità di trasformazione dell’energia che in gran parte viene persa potrebbero portare a notevoli incrementi produttivi. La crescita della popolazione mondiale e l’innalzamento del livello di vita medio dei paesi industrializzati hanno prodotto e continuano a produrre un sensibile aumento della domanda dei prodotti d’allevamento. L'obiettivo della ricerca scientifica applicata alla zootecnia è il miglioramento della produzione attraverso la selezione di individui altamente produttivi e l’applicazione delle più recenti tecniche di ingegneria genetica. Gli animali vengono valutati e selezionati in centri appositi, dove vengono sottoposti a prove e test per determinare le loro doti produttive e riproduttive. È di fondamentale importanza evitare che si affermino razze cosmopolite in ambienti in cui sarebbe auspicabile la permanenza di antiche razze locali, bene adattate e in grado di affrontare condizioni non favorevoli (cosmopolite sono, ad esempio, le razze suine Landrace e Large White, e la razza bovina Frisona); e favorire il mantenimento della biodiversità. 4.1 Problemi connessi all’allevamento intensivo Bovino colpito da afta epizootica L'afta epizootica, grave malattia dei ruminanti di origine virale, deve il suo nome al sintomo più caratteristico: la formazione di afte, cioè di ulcerazioni, sulle mucose delle cavità orale e nasale, negli spazi interdigitali e sulle ghiandole mammarie. La malattia può avere numerose complicazioni, come miocardite, mastite, deformazione degli zoccoli; nei soggetti più giovani le lesioni possono ostacolare la nutrizione e determinare la morte del bovino per denutrizione. L'allevamento intensivo comporta pratiche, come il confinamento degli animali in spazi molto ristretti e la forzatura del processo di crescita, aspramente contestate da molte associazioni animaliste. In genere, una delle argomentazioni prodotte dagli allevatori in risposta a queste critiche è che la buona crescita dei loro animali testimonia il basso livello di stress a cui, di fatto, sarebbero sottoposti. Inoltre, soprattutto in passato, è stato motivo di critica l’uso indiscriminato di integratori alimentari (quali ormoni e vitamine), e medicinali (soprattutto antibiotici) che, se da una parte migliorano la crescita degli animali e ne aumentano la produttività, dall’altra producono effetti indesiderati che possono nuocere non solo agli animali ma allo stesso consumatore.